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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Diviso

Oggi mi sono trovato di fronte ad una scelta. Una persona, una di quelle che nel mio passato remoto (quasi remotissimo) ha avuto un peso rilevante, ha vissuto una brutta esperienza (quasi disastrosa). L'ho saputo più o meno per caso, visto che i rapporti sono, in questo momento, assolutamente assenti, seppure ci unisca una vicinanza fisica, materiale, davvero esigua. 30 scalini circa, per essere, inutilmente, precisi. Il muro non é stato eretto da me, l'isolamento non l'ho voluto io, ma tant'è, la galassia dei miei rapporti interpersonali é sempre stata costellata in passato di queste stelle che, all'improvviso, diventano enormi buchi neri affettivi. Gli ormai rarissimi e casuali incontri sono talmente poco felici da non meritare nemmeno risposta al saluto (e la cosa notoriamente mi irrita alquanto), ma questo può anche starci. Cosa fare, allora ?! Vincere le resistenze e dire una parola di conforto, con chissà quale involontario effetto successivo o fingere di n

Poveri di spirito

Detesto i poveri di spirito. Quelli che "il lavoro é tutto" e poi non sanno come impegnare il tempo libero, se non riempiendolo di ulteriore lavoro. Detesto quelli che non si interessano un minimo del mondo che li circonda, delegando sempre tutto (scelte, responsabilità) ai rappresentanti (di che, chi e che cosa poi ?). Detesto quelli che non hanno un minimo di sensibilità verso il sociale, verso l'arte (anche nei minimi termini), verso il rispetto degli altri. Detesto gli appiattiti, quelli che non si pongono domande, quelli che restano nella zona grigia, che non si espongono. Detesto quelli che "fanno" i vissuti senza aver mai vissuto sconfitte, debacle, sofferenze. Detesto quelli che vogliono apparire buoni ed in realtà giudicano di continuo, nascondendo i propri scheletri nell'armadio. Detesto troppa gente, ma ne stimo molta di più, anche se non sa cosa voglia dire debacle. Meno male, in fondo.