Cronaca di una giornata all'apparenza incolore

Apro gli occhi ma non mi sveglio. Botta di shampoo (cazzo questi quattro peli un po' più lunghi del solito van curati !!)...mi son ricordato di comprare i cotton fioc e quindi godo come un riccio (Nobel per la pace a chi li ha inventati, alla faccia dei miei amici otorini...mai più senza !!).
Mi metto la solita maschera, saluto la vicina ("buon giorno dottore"...quanto mi piace che me lo ricordi ogni santa mattina) che a furia di spazzare il marciapiede davanti casa ha dissotterrato le corna di Belzebù.....caffè veloce in ospedale, i soliti due-tre che mi consigliano di tagliarmi i capelli (ancora !!) e giù in ambulatorio a sbrogliar casi...
Umanità varia, qualche favore da fare (quelli non mancano mai), una mattinata affrontata con leggerezza e bravura, un cd che non parte perché é ancora inserito l'hold, un paziente operato che nonostante mi abbia fatto abbastanza impazzire va molto bene...
Leggere una mail che non mi è mai arrivata, ma che sarebbe stato elegante mandare anche a me..un minuto di tristezza per questo, un altro minuto di domande sul perché questo sia successo, trenta secondi a dirmi "pazienza" ed altri trenta a dirmi "mi passerà" ed altri dieci a pensare che forse mi è già passata.
Ore 13.00 tempo di mensa, di interminabili code per mangiare, valutare, guardando il piatto della mia collega, che ho preso solo carboidrati (vaffanculo chissenefrega oggi in palestra pedalerò il doppio e pace), un caffé che mi distrugge l'epitelio esofageo (e che tra qualche anno pagherò sicuramente) e via con l'ambulatorio bambini...
Uscire ed incontrare una collega della medicina del lavoro che trovo molto carina ma che non sorride mai, nemmeno sotto tortura (ma perché non sorridi mai ?!?!?!), pensando subito dopo che forse non sono mica cazzi miei.
Pagare in palestra i carboidrati abusivamente assunti, doccia col gel al pepe rosso...dovrebbe rigenerarmi ed invece mi ustiona tutte le mucose esistenti...scomunica consegnata dal gufo di Harry Potter per il numero di parolacce dette nell'unità di tempo (nuovo record europeo) e via a casa.
Rendersi conto che non capisco un cazzo di fisco (ed essere comunque felici di ciò...grazie Kia), leggere un messaggio di una persona sensibile che ancora, dopo tanti anni, si emoziona di fronte ad avvenimenti tristi ma lo fa con pudore...(Laura sei una grande...peccato esserci persi di vista per tanti anni con te e con Ale).
Un invito a cena graditissimo, visto i pacchi che ti ho tirato Robi, tappa dal pasticciere palermitano di Lissone, parlare di calcio di provincia con lui mentre prendo i pasticcini, una bottiglia di Sforzato della Valtellina (Alfio stasera ho bevuto alla tua salute)...scoprire i pannelli solari per l'acqua calda e scoprire l'acqua calda stessa, sentendomi un po' pirla.
Rientrare alla mezza passata coi finestrini abbassati per sentire l'odore della Brianza, scivolare in casa come un ninja inutilmente...la casa é vuota...acchiappare l'iPad, scoprire una foto associandole un augurio e mettersi a scrivere alle due di notte la cronaca di una giornata apparentemente incolore.
Non rimarrà impressa nella memoria, se non per quel sottile filo rosso di speranza mista a sensazioni positive che vi ho colto lungo lo scorrere delle ore.
Il tempo non va sempre uguale, non va alla stessa velocità costante, come pensiamo di dimostrare intrappolandolo nel freddo meccanismo di un orologio. Rallenta ed accelera in continuazione e qualche volta, se ci prestiamo attenzione, possiamo correre il rischio di accorgercene.

Commenti

  1. ciao Sergio, grazie per essere passato nel mio blog!io ormai sono una tua lettrice da un po'di tempo, il tuo blog mi piace molto, settimana scorsa ho provato ad iscrivermi ma non ci sono riuscita.Come devo fare? ciao amico


    paola peroni

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

The butterfly effect