Desio/Cesano Maderno - Si era colpito ripetutamente con un coltello da cucina all’addome. Poi si era gettato nel vuoto. Eppure la morte è arrivata in ospedale, per colpa della malasanità. Questa almeno è l’ipotesi accusatoria che la procura di Monza ha formulato nei confronti di due medici dell’ospedale di Desio, rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di un commerciante di 60 anni di Cesano Maderno, avvenuta la notte tra il 22 ed il 23 maggio 2006.
L’uomo, afflitto da una grave forma di depressione aveva deciso di farla finita, e per farlo, aveva scelto un modo cruento. Prima le coltellate in pancia, poi, quasi a non voler correre rischi di fallire, si era gettato dal balcone, ma, pur dopo un salto nel vuoto di dieci metri, era ancora vivo. Con una vertebra fratturata, ma vivo.
Un’ambulanza lo aveva trasportato a sirene spiegate verso il vicino ospedale di Desio. In condizioni critiche, ma con buone possibilità di tenerlo in vita. Una volta ricoverato, tuttavia, qualcosa non è andata per il verso giusto. Secondo le accuse, l’uomo, portato prima in pronto soccorso, poi in ortopedia, infine in psichiatria, è morto per colpa dei sanitari dell’ospedale di Desio.
Il decesso è sopraggiunto a causa di un versamento di sangue, provocato dalle ferite che si era inferto vicino all’ombelico. I valori del sangue del paziente, d’altronde, avevano rilevato un calo improvviso di emoglobina, che, sempre secondo la tesi dell’accusa, avrebbe dovuto essere monitorato con maggiore attenzione.
“Sarebbe bastata un trasfusione, ed un banale intervento per suturare i vasi sanguigni, per salvarlo”, sostengono gli avvocati Luca Ricci e Patrizio Villa, che assistono i familiari della vittima, costituitisi parte civile nel processo contro i due dottori di 42 e 50 anni, il medico di turno al pronto soccorso, e quello in servizio al reparto di ortopedia. Secondo il capo di imputazione formulato dal sostituto procuratore di Monza Flaminio Forieri, la negligenza sta “nel non aver disposto i dovuti approfondimenti clinici e strumentali al fine di accertare le cause di un anomalo andamento dei parametri ematici”.
L’uomo era morto davanti a suoi stretti congiunti, a qualche ora di distanza dal suo trasferimento nel reparto di psichiatria del nosocomio cittadino, a causa di “un’acuta anemia emorragica”. Il processo è stato rinviato al 12 marzo, davanti al tribunale monocratico del capoluogo brianzolo. L’accusa contestata è omicidio colposo.


Commento: BANALE SUTURA ?!?! Di banale in medicina non c'é un cazzo !!!! Vorrei vedere 'sti cazzo di giornalisti e di avvocati a gestire una situazione del genere !!!!
Se non ci fossimo noi medici a farci il culo così la gente MORIREBBE SUBITO !!!! Un po' di cazzo di riconoscenza non basterebbe....
Ma poi mi spiegate per quale motivo si parla di malasanità quando arriva uno che si é autoaccoltellato e, visto che non gli bastava, si é lanciato dalla finestra ?! E poi la colpa della sua morte é dei medici...cazzo la colpa é sua....basta con tutta questa deresponsabilizzazione della gente !!!
Oggi 4 CRETINI sono arrivati in PS per una scheggia che hanno nell'occhio da una settimana...se restano ciechi la colpa é mia che non li ho curati bene o loro che invece di venire subito a farsela togliere hanno fatto impacchi di camomilla tutta la settimana ?!?!?!
Ma vaffanculo va !!!!!

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